Perchè ho i denti sensibili?

denti sensibili

Cause, prevenzione e cure dell'ipersensibilità dentinale che si manifesta soprattutto in estate

Quante volte ci è capitato di avvertire una sensazione di fastidio o addirittura di dolore a un dente dopo aver mangiato un ghiacciolo o bevuto una bevanda fredda? Si tratta della sensibilità ai denti o ipersensibilità dentinale, un disturbo che viene innescato da uno stimolo termico (comunemente appunto da bibite o cibi freddi), dal contatto con sostanze agrodolci ma anche da sollecitazioni tattili, ovvero toccandosi i denti. Ma come mai si verifica? Ce lo spiega Simone Grandini, Professore di Endodonzia e Odontoiatria Restaurativa e Presidente del Corso di Laurea di Igiene Dentale all’Università di Siena.

Cos’è la sensibilità dei denti?

Si tratta di un problema molto diffuso, che ha un’incidenza superiore al 50 per cento. Una persona può avvertire questo disturbo se la zona del colletto del dente rimane “scoperta”, cioè senza lo smalto che normalmente è posto sopra. Automaticamente, anche la radice è libera da ogni protezione ed è più sensibile agli stimoli esterni. Ecco perché il paziente avverte un dolore improvviso e acuto quando entra in contatto con un liquido o un alimento freddi. In condizioni normali, quando il colletto è coperto dallo smalto e la radice è protetta, l’assunzione di cibi e bevande ghiacciati non comporta alcun disturbo.

In quali condizioni si verifica?

Non è un problema legato esclusivamente all’estate ma si presenta con più frequenza in questa stagione perché si consumano più bibite ghiacciate, gelati, ghiaccioli e cibi che provengono direttamente dal frigorifero. Questi fattori, in caso di “scopertura” della zona del colletto, possono scatenare la sensibilità dei denti.

Esistono accorgimenti per prevenire o limitare il problema?

La prevenzione è fondamentale. Innanzitutto, se una persona ha i denti sensibili deve preferire bibite a temperatura ambiente a quelle ghiacciate. Inoltre è importante sottoporsi a una visita di controllo dall’odontoiatra o dall’igienista dentale, per individuare precocemente eventuali patologie correlate alla sensibilità del dente. Infine, utilizzando dentifrici e collutori studiati ad hoc, si può ridurre e tener monitorato questo fenomeno.

A proposito di dentifrici: come agiscono quelli studiati per combattere la sensibilità?

Questi dentifrici agiscono come un cerotto su una ferita o come un maglione sull’addome: fungono da “coperta” esterna che va a rivestire temporaneamente la zona interessata priva di smalto. Studiati apposta per limitare il problema dei denti sensibili, funzionano davvero perché sfruttano tecnologie che hanno un effetto immediato sulla riduzione del dolore (come quella contenente arginina e carbonato di calcio).

Esistono altre terapie di cura?

Sì, l’odontoiatra e l’igienista dentale possono mettere in atto delle terapie parodontali e conservative (alternative ai prodotti in commercio), nel caso in cui ci sia una scopertura significativa del colletto. L’igienista stesso può applicare anche dei materiali appositi che servono a ridurre la sensibilità. La valutazione, però, dipende da soggetto a soggetto.

Anche i denti da latte possono essere sensibili?

I denti da latte sono poco sensibili: se ci accorgiamo che il nostro bambino rifiuta di mangiare un gelato o un ghiacciolo perché avverte dolore in bocca, dobbiamo portarlo a fare una visita di controllo. Spesso, infatti, si tratta di una carie interposta tra un dente e l’altro, che può causare fastidio quando mangia o beve.

Se una persona sa di soffrire di denti sensibili, deve avvisare l’odontoiatra o l’igienista dentale prima di sottoporsi a qualsiasi tipo di trattamento?

Generalmente non c’è neanche bisogno di dirlo: questa è una delle prime cose che chiedono l’odontoiatra e l’igienista dentale prima di iniziare una seduta. In ogni caso, è bene comunicarlo anche perché durante l’ablazione del tartaro si potrebbe avere una sensibilità maggiore.

Ci sono cibi che aumentano la sensibilità?

I cibi freddi creano una sensibilità maggiore. Un paziente, che inizia ad avere dolore mangiando cibi dolci o particolarmente freddi, sarebbe bene che si rivolgesse a un odontoiatra o a un igienista dentale per capire se si tratta di carie, di sensibilità dentale e/o di colletto leggermente scoperto entrato in contatto con del cibo. Comunque la sensibilità dei denti ha poco a che fare con gli alimenti: il cibo esacerba lo stimolo ma non ne è la causa.

Lo sbiancamento può comportare sensibilità?

Dipende da che tipo di sbiancamento si fa. Certamente alcuni prodotti presenti in commercio e utilizzati per questo trattamento possono comportare un aumento della sensibilità.

Può capitare che la sensibilità si manifesti anche senza l’intervento di uno stimolo freddo?

Sì, può accadere che una persona riscontri questo problema anche senza mangiare un gelato o bere una bibita fredda. Ad esempio, può presentarsi mentre ci si lava i denti: se lo spazzolino è troppo rigido, potrebbe essere causa di abrasione della superficie e provocare un’eccessiva sensibilità. Se il disturbo si manifesta all’improvviso, senza neanche uno stimolo meccanico come quello dello sfregamento dello spazzolino, allora sarebbe meglio farsi visitare perché potrebbe trattarsi di una carie.

Si può accentuare in presenza di patologie dentali o in caso di gravidanza?

Nel caso in cui una persona abbia delle carie attive, la sensibilità dentale può aumentare in modo significativo. Per quanto riguarda la gravidanza, invece, non c’è alcuna correlazione con la sensibilità dei denti: al massimo si può verificare un’infiammazione delle gengive. Il consiglio rimane sempre lo stesso, cioè quello di rivolgersi all’odontoiatra e all’igienista dentale per tenere i denti ben puliti e curati.

Chiara Caretoni

                   

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