Che cos’è il pulsossimetro? Si tratta di uno strumento in grado di rilevare la saturazione del sangue, vale a dire quanto ossigeno è presente nel sangue.

Sicuramente molti di voi l’avranno già visto: la misurazione avviene tramite un sensore appoggiato sulla pelle (in genere si applica sull’ultima falange del dito indice, per sfruttare la circolazione superficiale).

Il pulsossimetro è molto utilizzato in campo medico, in particolare nei reparti di pronto soccorso e sulle ambulanze. Molto minore è invece la sua diffusione negli studi dentistici.

Noi studio dentistico VALDENT siamo felici di esserne dotati, ed ora cercheremo di capire perché è così importante.

Effettivamente, com’è fatto il pulsossimetro?

Questo strumento è composto principalmente da due elementi: una sonda per la rilevazione e un monitor per la consultazione dei risultati in tempo reale.

La sonda altro non è che una specie di pinza applicabile alla punta del dito (o al lobo auricolare): la rilevazione è trasmessa ad un processore, dove viene elaborata, e poi ad un monitor.

Ecco tutti i dati che possiamo ricavare con una pulsossimetria:

  • Saturazione del sangue
  • Frequenza cardiaca
  • Pulsazioni
  • Curva pletismografica (tracciato/andamento della pulsazione)

Perché la misurazione avviene proprio sul dito o sul lobo auricolare? Perché il pulsossimetro dirama a partire della sonda dei fasci di luce che, se attraversano una circolazione troppo profonda, non riescono a misurare correttamente i diversi parametri del sangue. Dita e orecchie sono parti del corpo dove la circolazione è molto superficiale.

Perché usare un pulsossimetro in uno studio dentistico?

Questo strumento è molto diffuso in tutti i reparti ospedalieri, ma anche e soprattutto nei mezzi di soccorso (come le ambulanze appunto) dove è fondamentale analizzare tempestivamente e in modo poco invasivo i valori delle funzioni vitali.

Grazie a questo strumento è possibile eseguire la diagnosi senza perforare i tessuti del corpo, rilevando così in modo non invasivo una eventuale ipossia (carenza di ossigeno nel sangue), per procedere a una ossigenazione prevedendo situazioni complicate.

Appare chiaro che, sebbene il pulsossimetro non sia uno strumento specificamente ideato per gli studi dentistici, questo possa rivelarsi utilissimo a livello precauzionale.

Noi siamo convinti che la sicurezza venga prima di tutto e grazie a questo strumento possiamo mantenere costantemente monitorate le funzioni vitali dei nostri pazienti durante l’intero atto chirurgico.

Un ulteriore strumento per prenderci cura della salute dei nostri pazienti!